Ieri sono stati diffusi i dati dell’ultima ricerca realizzata dal Censis per il Forum Ania-Consumatori, “La forza della trasparenza per il welfare italiano”.
Vediamo un po’ di dati: secondo gli intervistati, in passato il welfare è stato troppo generoso e anche per questo oggi è in crisi (50,6%). E se per il 58,1% dei cittadini molti dei tagli finora operati nel welfare sono stati utili, perché hanno colpito sprechi e inefficienze, per il 71,4% ci sono ancora troppi sprechi nella sanità pubblica, e il 19% pensa che alcuni accertamenti diagnostici e visite specialistiche a loro prescritti siano stati inutili. Il 71,3% ritiene ci siano sprechi nell’assistenza sociale (come le pensioni d’invalidità ingiustificate). L’86,8% conosce persone che godono di prestazioni a cui non hanno diritto. La stragrande maggioranza chiede maggiore trasparenza nel welfare: l’81,5% vorrebbe una comunicazione trasparente dei costi delle proprie prestazioni sanitarie, perché così tutti si renderebbero conto dell’uso delle tasse e della spesa pubblica, si potrebbero confrontare i costi di prestazioni uguali in strutture diverse, limitando gli sprechi, e fare un confronto tra il costo della prestazione con la qualità del servizio.
Ma il dato più eclatante è che, in un anno, ben 13,5 milioni di italiani dichiarano di aver saltato la lista di attesa ricorrendo a conoscenze, amicizie, raccomandazioni. Se non addirittura facendo regali o pagando. Anche a questo porta l’inefficienza della nostra sanità pubbliche, a comportamenti opportunistici e scorretti. È vero, purtroppo molto spesso ci si trova davanti a liste di attesa di settimane, se non addirittura di mesi: e lì interviene l’arte di arrangiarsi. Non è questa la soluzione, non possiamo permettere che la nostra sanità pubblica vada avanti così, tra sprechi, inefficienze, raccomandazioni e bustarelle. Non può e non deve essere così. E chi non conosce nessuno “da corrompere”? E chi ha ancora un’etica, una morale, e non vuole cadere così in basso? La sanità integrativa è una alternativa, complementare al Servizio Sanitario Nazionale, che garantisce il diritto alla salute a tutti. Un sussidio con una società di mutuo soccorso permette di curarsi, di fare la giusta prevenzione, di avere accesso alla diagnosi precoce. Tutte cose che spesso la nostra sanità pubblica non è in grado di garantire. Non c’è bisogno di conoscenze altolocate e bustarelle: le società di mutuo soccorso accolgono senza alcuna distinzione persone di ogni età, professione, qualsiasi sia il loro stato di salute o storia clinica. A differenza delle assicurazioni, e questo è sempre bene specificarlo! Perché le assicurazioni sono le prime che si ergono a salvatrici e protettrici della salute dei cittadini, proponendo la costruzione del “secondo pilastro”, pretendendo lo stesso trattamento fiscale delle società di mutuo soccorso, quando poi in realtà sono le prime a mettere barriere all’ingresso, a “scartare” clienti per l’età, o per qualche patologia. Perché per un’assicurazione il primo obiettivo non è la salute, ma è il profitto. Ricordiamolo sempre.
Condividi su: