L’ANSI (Associazione Nazionale Sanità Integrativa), ha diffuso il documento “L’adeguatezza delle società di mutuo soccorso dopo la riforma Crescita bis”. Si tratta del primo di una serie di approfondimenti, definiti “quaderni”, dedicati ai temi della sanità integrativa, del welfare e delle norme che li disciplinano.
Questo primo quaderno mostra come è cambiata nel tempo la normativa che regola le società di mutuo soccorso, partendo dalla legge 15 aprile 1886, n. 3818, fino ad arrivare al decreto cosiddetto “Crescita-bis” (n. 179/2012).
Come si legge nella premessa:
“La società di mutuo soccorso è stata storicamente concepita come lo strumento giuridico per garantire ai soci un sussidio al verificarsi di particolari eventi. A seguito di tali recenti esperienze operative, le società di mutuo soccorso sono andate via via assumendo un ruolo di primo piano nella creazione di forme di previdenza e assistenza volontarie in caso di malattia, invalidità lavorativa temporanea o permanente, vecchiaia e nello svolgimento di attività a carattere culturale e genericamente assistenziale, provvedendo direttamente al pagamento a favore degli iscritti. Di qui, l’esigenza di mettere mano alla legge istitutiva di tale forma giuridica che, come da tempo lamentavano gli operatori, si presentava piena di lacune e, quindi, considerati i dubbi interpretativi e i vuoti legislativi venutisi a creare nel tempo, con l’abrogazione di norme collegate alla legge n. 3818/1886, non adeguatamente sostituite con altre disposizioni, il legislatore si pone come obiettivo primario, di colmare, modificando quindi gli artt. 1,2,3,8 sulla legge 3818/1886 intervenendo con il Dlgs 179/2012 (cd. Crescita Bis) e l’ introduzione dell’Art. 23″.
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