Ho letto in questi giorni un interessantissimo articolo di Percorsi di Secondo Welfare relativo al meeting sul Welfare Integrato organizzato da Itinerari Previdenziali dal titolo “Quando le buone pratiche e le eccellenti esperienze migliorano il welfare integrato” .
Un incontro in cui è emersa l’importanza di favorire un welfare integrato, e in cui si è parlato di buone pratiche, capaci di creare sinergie tra forme previdenziali di secondo pilastro e forme di assistenza sanitaria integrativa.
Tra tutti i dati riportati, a richiamare più di tutti la mia attenzione sono stati quelli sui Fondi sanitari. Il Ministero della Salute ha infatti presentato i dati aggiornati dell’Anagrafe dei Fondi Sanitari.
È in atto un progressivo aumento sia di Enti Casse e Società di Mutuo Soccorso sia dei Fondi Sanitari integrativi; è rilevante considerare anche il dato del numero di iscritti. Dal 2014 al 2015 si è passati rispettivamente a 7.493.179 aderenti a 9.145.336 per la prima tipologia – Enti Casse e Società di Mutuo Soccorso – e da 645 a 9.156 per la seconda – Fondi Sanitari Integrativi -.
Si specifica che nella categoria “Fondi sanitari integrativi del Ssn” rientrano i fondi sanitari che erogano prestazioni aggiuntive erogate da professionisti e da strutture accreditate e prestazioni erogate dal Ssn per la sola quota posta a carico dell’assistito. Nella categoria “Enti, casse e società di mutuo soccorso” rientrano enti, casse e società di mutuo soccorso aventi esclusivamente fine assistenziale, che non rientrano nell’ambito di operatività dei fondi sanitari integrativi e che riconoscono prestazioni sanitarie e sociosanitarie secondo i propri statuti e regolamenti.
Quindi, una nuova conferma della crescita delle Società di Mutuo Soccorso e dei Fondi Sanitari Integrativi.
Tra l’altro, nell’articolo, come esempio di buona pratica, si parla di Fimiv (Federazione Italiana della Mutualità Integrativa e Volontaria) e soprattutto di una società di Mutuo Soccorso, Insieme Salute.
Questa ha predisposto una formula innovativa in quanto tende al superamento dei limiti degli altri soggetti. Infatti non prevede una semplice remunerazione in caso di non autosufficienza, ma il rimborso delle spese sostenute o l’erogazione di servizi e, soprattutto, non pone limiti di età ad usufruire dell’assistenza. Si tratta di un’operazione non facile in quanto si basa sull’adesione volontaria che richiede quindi consapevolezza da parte dell’aderente e fiducia nei confronti della Mutua; tuttavia i primi dati relativi alle adesioni sono decisamente positivi.
Bene così, quindi. Finalmente si inizia a parlare un po’ di più di mutuo soccorso, evidenziandone gli aspetti positivi e il ruolo sempre più importante che svolgono nel nostro sistema di welfare.
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