Emilia-Romagna, la grande crescita delle Società di Mutuo Soccorso

Ho letto un bellissimo articolo, su Corriere Imprese Emilia-Romagna del 16 gennaio scorso, sulle società di Mutuo Soccorso: “Cent’anni e non li dimostrano. La seconda giovinezza delle società di Mutuo Soccorso”. L’articolo parte da una analisi dell’Associazione Isnet, di cui abbiamo già parlato qui, e si concentra sul numero delle società di mutuo soccorso presenti in Emilia-Romagna. Eh sì, perché in quella la regione le Sms mostrano marcati segnali positivi, “con la concentrazione più alta di società conformi alla riforma del 2012”, oltre con un aumento del numero di soci totali che nel 2017 “supererà quota 30 mila, con un incremento superiore al 5,5% della media nazionale”. Il record di Sms è detenuto dal Piemonte, seguito da Liguria, Marche e Lombardia. L’Emilia-Romagna si trova al quinto posto, con 45 Sms, di cui 17 ritenute attive dagli autori dell’indagine, in base a requisiti ben precisi (il versamento annuale delle quote, attività svolte non occasionalmente e a beneficio dei soci utilizzando le quote versate).

C’è la Campa, nata nel 1958 a Bologna, per garantire assistenza sanitaria alle categorie del lavoro autonomo, degli artisti e dei professionisti. Oggi in Emilia-Romagna può contare su 26.000 iscritti e 30.000 beneficiari. In tutto il Paese, addirittura, gli assistiti arrivano a 42.000.

Un’altra sms dell’Emilia-Romagna è la Società di Mutua Assistenza di Modena, fondata nel 1948, e che oggi conta “6.000 soci, 2771 prestazioni erogate nel 2015 a fronte di 187.000 euro di sussidio finanziato per spese sanitarie, le cui percentuali di rimborso (per ogni prestazione) si aggirano intorno al 50% (ne abbiamo già parlato qui). Anche in questo caso, si tratta di una sms assolutamente in crescita.

Mutualismo, solidarietà, aiuto reciproco: sono sempre questi i valori, i pilastri su cui si basano le società di mutuo soccorso. Quei valori che li differenziano dalle compagnie assicurative. “Le mutue non hanno scopo di lucro e permettono contenimento dei costi”, ha detto Giusy De Vitis, responsabile Adesioni e Comunicazione della Campa. “Sono sorrette da veri principi di democraticità e solidarietà, per cui tutti gli iscritti possono partecipare alla vita associativa e nessun rapporto associativo potrà essere rescisso a causa dell’eccessiva sinistrosità del socio”.

Per il resto, nella regione ci sono altre piccole e storiche realtà, come la Società maschile e femminile di mutuo soccorso fra gli artigiani e operai del comune di San Cesario sul Panaro: fondata nel 1859, è tra le sms più antiche dell’Emilia Romagna, e ha 112 soci, tutti pensionati. Le quote sono destinate ai familiari dei soci deceduti. La società di Mutuo Soccorso Ferdinando Campanati di Copparo destina invece i contributi dei suoi 80 soci ad attività culturali, o a sostenere le famiglie dei soci in difficoltà. La società di Mutuo Soccorso della Zanicchelli, Isaia Levi, può contare su 320 soci. Ultimamente, hanno deciso di destinare parte delle quote oltre che ai sussidi per coprire le spese sanitarie o per l’invalidità, anche a coprire la retta per gli asili nido,  o gli studi all’estero dei figli più  meritevoli degli associati.

Non solo sanità quindi, il panorama delle attività delle Sms resta vario. E soprattutto, è un mondo in crescita! Un ruolo strategico, quello delle società di mutuo soccorso. strategico per tutto ciò che è welfare, e che lo Stato fa sempre più fatica a garantire bene a tutti. Informare: questo deve essere l’obiettivo di tutti noi, che abbiamo a cuore la diffusione della mutualità; dire a tutti che esiste la possibilità di diventare socio di una società di Mutuo Soccorso. perché purtroppo, ancora nel nostro Paese non c’è la piena consapevolezza di questo.

A questo proposito, nell’articolo c’è un commento di Gerardo Bianchi, presidente della Società di Mutua Assistenza di Modena: “c’è stato un periodo in cui il principio mutualistico era venuto a cadere, ma ora siamo vivi e vegeti, e ci adattiamo bene ai bisogni della società, nonostante i nostri principi non siano ancora stati ben recepiti dai più giovani, e paghino lo scotto di un sistema che privilegia altri valori e consumi a dispetto della salute”.

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