dal blog del Fondo Asim – Augusto Monachesi
Le esigenze dei cittadini in termini di cure e di trattamenti è mutata nel corso del tempo, generando quelli che vengono definiti nuovi bisogni di salute.
Si tratta di nuove esigenze manifestate dagli individui, che necessitano di cure mediche e di un’assistenza sanitaria sempre più tarata su di esse.
Come abbiamo trattato in precedenti articoli, la distanza tra ciò di cui le persone hanno bisogno e la capacità da parte del Servizio Sanitario Nazionale di soddisfare in modo adeguato queste esigenze si fa sempre più netta, a causa di numerosi ragioni.
Cerchiamo di inquadrare in modo più adeguato il problema dei nuovi bisogni di salute, analizzando la situazione del nostro Paese.
Nuovi bisogni di salute: l’affanno del Servizio Sanitario Nazionale
Nel 1970 l’investitore e filantropo statunitense Seth Klarman pronunciò le seguenti parole:
“Nella storia dell’umanità non è mai esistita un’epoca in cui siano state disponibili risorse sufficienti per soddisfare il generale e costante desiderio dell’uomo di migliorare la qualità e la durata della vita, ma mai come in questi ultimi trent’anni la sproporzione tra obiettivi sanitari e risorse è sembrata tanto rilevante”
Klarman si riferiva al sistema sanitario americano, ma il fatto che abbia espresso queste preoccupazioni quasi cinquant’anni or sono ci fa comprendere che il problema dell’inadeguatezza del servizio sanitario pubblico esiste da sempre.
In Italia, purtroppo, non abbiamo assistito a nulla di diverso, anzi.
Negli ultimi anni la spesa sanitaria è aumentata, mentre le risorse stanziate dai vari governi che si sono susseguiti si sono ridotte, creando un potenziale corto circuito.
Liste d’attesa infinite, disponibilità di posti letto molto inferiore rispetto ad altri Paesi dell’UE, inadeguatezza nelle long term care; il nostro Servizio Sanitario Nazionale è in affanno, al limite del collasso.
Siamo nettamente distanti dai livelli essenziali di assistenza che dovremmo, invece, garantire.
Ecco che si registra un aumento significativo dell’assistenza sanitaria integrativa, rafforzando il suo ruolo di secondo pilastro socio-sanitario.
Nuovi bisogni di salute: la situazione italiana
Alle difficoltà strutturali del servizio sanitario pubblico, che sono sotto gli occhi di tutti, non solo degli operatori del settore, vanno aggiunte anche altre criticità:
- La popolazione italiana è una delle più vecchie d’Europa, questo comporta un aumento del ricorso a cure mediche e trattamenti sanitari di varia natura;
- L’aumento di malattie croniche non trasmissibili, come il diabete, l’ipertensione, l’obesità infantile;
- L’aumento, in particolare in alcune Regioni, di casi di tumore e dei fattori di rischio legati a queste patologie, rendendo necessario un investimento maggiore anche nel campo della prevenzione oncologica;
- Disturbi derivanti da cattiva alimentazione e sedentarietà.
In questo quadro, in effetti preoccupante, dobbiamo però inserire anche la mutazione dei comportamenti del paziente, consapevole (spesso più dei medici) dei propri nuovi bisogni di salute.
L’attenzione per la prevenzione, l’attività fisica, la nutrizione, la riduzione dello stress, sono tutte peculiarità di quella che potremmo definire una “nuova generazione di pazienti”.
Siamo più attenti, abbiamo maggiore accesso a informazioni fino a qualche anno fa di esclusiva competenza dei medici e degli specialisti, e questo ci ha portato ad essere più predisposti a pattern alternativi.
Nuovi bisogni di salute: l’importanza di una maggiore sinergia tra pubblico e privato
Se è vero che gli investimenti nella sanità pubblica tendono a diminuire da diversi anni ormai, e che la spesa destinata alla sanità privata tende invece ad aumentare, non dovrebbe essere difficile compiere una deduzione alquanto banale.
Serve maggiore integrazione tra il Servizio Sanitario Nazionale e la sanità privata, in particolare attraverso l’intervento di fondi di assistenza sanitaria integrativa, fondi pensione e polizze sanitarie.
Mettendo il paziente al centro di un processo virtuoso, si potrebbe perseguire il cosiddetto “empowerment del cittadino”, un processo attraverso il quale si rende edotto un individuo che, ormai consapevole, potrà seguire uno stile di vita più salutare.
Investendo in modo sinergico su prevenzione, assistenza domiciliare, riabilitazione, perfezionamento degli iter burocratici, miglioramento del rapporto tra medici e pazienti, si può andare incontro ai nuovi bisogni di salute dei cittadini, dando respiro al Servizio Sanitario Nazionale.
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